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I battisti: le radici, la storia e i loro principi
Past. Ruggiero Lattanzio




1 - Le radici

I Battisti appartengono alla grande famiglia delle chiese evangeliche sorte dalla Riforma protestante del XVI sec. Per comprendere chi sono i battisti bisogna conoscere le loro origini.
La storia dei battisti affonda le proprie radici in una preistoria che parte dall’ala radicale della Riforma del XVI sec. I primi Riformatori, come Lutero, Calvino e Zwingli, avevano l’intenzione di riorganizzare la Chiesa sulla base della Bibbia, liberandola da tutte quelle pratiche religiose che non avevano fondamento biblico (come la vendita delle indulgenze e la venerazione delle reliquie e dei santi) e recuperando il messaggio evangelico della salvezza per sola grazia mediante la sola fede in Gesù Cristo. Il Vaticano, però, si oppose al rinnovamento della Chiesa proposto dai Riformatori, condannando le loro idee, censurando i loro scritti e scomunicandoli. Nacquero così le prime chiese evangeliche nella Germania di Lutero e nella Svizzera di Zwingli, Bucero e Calvino. Nel contempo, sia in Germania e sia in Svizzera, sorsero dei movimenti evangelici più radicali che volevano proseguire l’opera di riforma avviata dai Riformatori ma non portata al suo completo compimento. Questi gruppi si rifacevano alla chiesa primitiva (che non era una chiesa di popolo ma era una chiesa costituita da soli credenti che confessavano la loro fede), per cui vollero recuperare l’antica prassi del battesimo amministrato soltanto ai credenti, come atto di testimonianza pubblica della loro conversione al Signore. Per questo motivo furono soprannominati in maniera dispregiativa "anabattisti", che significa "ribattezzatori". Gli anabattisti furono perseguitati tanto dai cattolici quanto dai Riformatori. Un piccolo gruppo di anabattisti riuscì però a fuggire dalle persecuzioni e, sotto la guida dell’ex prete Menno Simons, si rifugiarono in Olanda, dove nascerà poi la Chiesa Mennonita.


2 – La storia

Dalla preistoria passiamo alla storia e ci spostiamo in Inghilterra. Qui, all’epoca della Riforma, avvenne uno scisma che diede vita alla Chiesa Anglicana. Lo scisma fu causato dal re d’Inghilterra Enrico VIII che si separò da Roma dichiarandosi capo della chiesa inglese. All’interno della Chiesa Anglicana sorsero subito due orientamenti: uno conservatore, che voleva preservare la dottrina cattolico-romana e l’altro progressista, che spingeva invece verso una riforma della chiesa sul modello delle chiese riformate calviniste. I sostenitori di questo secondo orientamento vennero soprannominati "puritani" perché essi volevano purificare la chiesa anglicana da quegli elementi della tradizione cattolica che persistevano nella liturgia anglicana, nella pratica dei sacramenti e soprattutto nell’episcopato.
Fra i puritani sorsero dei gruppi più radicali chiamati "separatisti" perché volevano separarsi dalla chiesa anglicana, che era una chiesa di Stato, e fondare invece delle comunità autonome, costituite soltanto da credenti confessanti. I puritani-separatisti predicavano la separazione della chiesa dallo Stato e rifiutavano l’ecclesiologia episcopale, basata su un governo di tipo gerarchico, sostituendola con una ecclesiologia congregazionalista, basata sulla piena autonomia della chiesa locale e su un governo di tipo democratico. A causa delle persecuzioni, molti puritani-separatisti furono costretti a fuggire dall’Inghilterra e alcuni si rifugiarono in Olanda, uno dei pochi luoghi in Europa dove esisteva ancora una certa tolleranza religiosa. Qui, probabilmente, entrarono in contatto col gruppo anabattista dei mennoniti, dai quali forse recuperarono la pratica del battesimo degli adulti.
Fra gli emigrati in Olanda c’era il pastore anglicano John Smyth, il quale, con un gruppo puritano-separatista, nel 1609 fondò la prima chiesa battista ad Amsterdam. Smyth cominciò a dubitare del battesimo ricevuto nella Chiesa Anglicana e, alla luce della testimonianza biblica, si convinse che l’unico battesimo previsto dalle Scritture era quello praticato a coloro che si convertivano e confessavano la loro fede. Egli dunque battezzò la sua congregazione. Nel 1611 il predicatore Thomas Helwys, assieme ad alcuni membri di questa prima chiesa battista, decisero di ritornare in Inghilterra e, nei pressi di Londra, fondarono la prima chiesa battista inglese. Helwys rifiutava la tesi calvinista della predestinazione e accolse invece la tesi degli arminiani e dei mennoniti, basata sull’offerta universale della salvezza. Questo ramo del movimento prese il nome di "battisti generali", alludendo al carattere generale della salvezza.
Una trentina d’anni dopo, dal puritanesimo separatista inglese sorse poi un secondo ramo battista che invece accoglieva la dottrina calvinista della predestinazione e che, dunque, prese il nome di "battisti particolari", in quanto sosteneva che il dono della salvezza non era generale ma era limitato ai soli predestinati. Nel 1644 i battisti generali contavano 47 chiese locali e i battisti particolari 7 chiese. Nel XIX sec. I due tronconi del battismo andranno poi a formare insieme l’Unione delle chiese battiste d’Inghilterra e d’Irlanda. Che cos’è una unione di chiese? Per quanto le comunità battiste, in virtù della loro ecclesiologia congregazionalista, siano indipendenti le une dalle altre, la necessità cristiana di coltivare la comunione fraterna spinge le varie comunità a unirsi volontariamente tra di loro, intessendo legami di collaborazione e di testimonianza comune e dando così vita a Unioni di chiese a livello regionale, nazionale, internazionale e mondiale. L’autonomia locale non impedisce dunque la ricerca di una piena comunione con le altre comunità.
I Battisti, sin dal loro sorgere, cominceranno a diffondersi un po’ dappertutto, lasciando l’Inghilterra sia a causa delle persecuzioni subite sia per spinte missionarie. Sorgeranno chiese battiste in Sudafrica, in Australia, in Canada e, soprattutto, negli Stati Uniti. La prima chiesa battista americana fu fondata nel 1639 sotto la guida di Roger Williams. Williams era un giovane puritano, laureato a Cambridge, che, per difendere le sue idee basate sulla laicità dello Stato e sulla libertà di coscienza, fu costretto ad emigrare in America, nella Nuova Inghilterra. Qui, nella regione del Rhode Island, fondò la colonia di Providence, la prima colonia basata sull’assoluta libertà di religione per tutti. Williams sosteneva che la legge civile non poteva punire i cittadini per le loro infrazioni religiose e che l'autorità civile doveva essere separata dell'autorità ecclesiastica. Egli rifiutava il principio del "cuius regio eius religio" all’epoca diffuso in Europa, secondo cui i cittadini dovevano adottare la religione dei loro governanti. Queste idee verranno poi ereditate dai padri fondatori degli Stati Uniti ed entreranno a far parte del primo emendamento della Costituzione che tutela la libertà di religione, di pensiero e di stampa.
I battisti si diffonderanno nel resto del mondo attraverso le missioni. Nel 1792 fu fondata la prima società missionaria battista inglese che ebbe come massimo esponente William Carey, il quale fu il primo missionario battista inviato in India.
Nel 1863 giunsero in Italia i primi due missionari battisti inglesi: James Wall, che fondò una missione battista a Bologna ed Edward Clarke che fondò una missione a La Spezia. Nel 1870 giunse poi il primo missionario battista dagli Stati Uniti, William Cote, che fondò la prima chiesa battista di Roma. Tre anni dopo giunse a Roma un secondo missionario americano, G. B. Taylor, il quale contribuì a diffondere il battismo in Puglia e Basilicata.


3 – Il presente

Oggi i battisti nel mondo contano circa 40 milioni di membri con una popolazione complessiva di circa 100 milioni di persone. I membri di chiesa sono quei credenti confessanti che hanno ricevuto il battesimo come segno di testimonianza della loro personale conversione. La popolazione include invece i bambini, i simpatizzanti e i catecumeni, ossia tutti coloro che frequentano la chiesa ma non hanno ancora maturato la decisione di fede di chiedere il battesimo. L’80 % dei battisti si concentra negli Stati Uniti, dove rimangono la denominazione cristiana più diffusa. Le comunità battiste statunitensi si raggruppano in 52 unioni di chiese, fra cui la più numerosa è la Southern Baptist Convention. I battisti sono fortemente presenti anche in Brasile, in Gran Bretagna e in India.
In Italia le chiese battiste nate in seguito al lavoro dei missionari inglesi e americani e quelle sorte in seguito alla testimonianza di italiani convertiti al battismo si sono unite nell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI) che conta oggi 5000 membri e una popolazione di circa 15.000 persone. Questi numeri sono in lieve crescita grazie all’afflusso degli immigrati. Nel 1995 l’UCEBI ha stipulato con lo Stato italiano un’Intesa, in base alla quale lo Stato riconosce i battisti come una minoranza religiosa del nostro Paese e concede ai suoi ministri la delega per celebrare matrimoni civili e per offrire assistenza spirituale negli ospedali, nelle caserme e nelle carceri.
Le chiese dell’UCEBI si sono date una Confessione di fede nel 1990. Si tratta di una Confessione il cui contenuto è in linea col Credo apostolico, col Credo niceno-costantinopolitano e coi principi fondamentali scaturiti dalla Riforma protestante, che sono: Sola grazia, Solo Cristo, Sola Scrittura, Sola fede e il sacerdozio universale dei credenti. A questi principi si aggiungono poi quelli della tradizione battista, come il battesimo dei credenti, l’autonomia della chiesa locale e la separazione tra chiesa e Stato. La Confessione contiene anche un articolo sull’ecumenismo che afferma: "La chiesa è una in Cristo. Il Signore ci chiama a realizzare in modo visibile questa unità. Pertanto siamo chiamati a lavorare perché le divisioni che permangono tra le chiese siano abolite in spirito di preghiera, nell’ascolto comune della Parola del Signore, mediante il confronto fraterno" (art. 17). A livello ecumenico l’UCEBI è tra i membri fondatori della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI).
L’UCEBI ha stretto forti legami di collaborazione con la Chiesa Valdese e con la Chiesa Metodista (già unite fra di loro nell’unione delle chiese metodiste e valdesi) che ha portato al reciproco riconoscimento dei membri di chiesa e dei pastori e alla pubblicazione di un settimanale comune intitolato "Riforma". I battisti coltivano anche un buon dialogo ecumenico con altre chiese evangeliche, come gli avventisti e i pentecostali, e con la chiesa cattolica sia a livello nazionale che a livello locale.


4 – I prinicipi caratteristici

Chi sono dunque i battisti? Possiamo sintetizzarlo attraverso i seguenti quattro punti.
1) Battesimo dei credenti. I battisti, assieme ai loro predecessori (gli anabattisti), hanno recuperato la prassi neotestamentaria del battesimo per immersione, praticato ai credenti che confessano la loro fede in Gesù Cristo, quale loro personale Signore e Salvatore. Ci sono anche altre chiese evangeliche, sorte successivamente nella storia (come gli avventisti, le chiese dei fratelli e i pentecostali), che hanno adottato la stessa prassi battesimale recuperata dai battisti.
2) Separazione tra Stato e Chiesa. I battisti rifiutano la concezione della chiesa di Stato perché lo Stato deve essere laico e la Chiesa deve essere santa, formata da credenti chiamati dal Signore per il suo servizio. Lo Stato deve poter garantire la libertà religiosa di tutti i cittadini, senza privilegiare nessuna religione, e la chiesa non deve né subire le ingerenze dello Stato né tantomeno pretendere di pilotare le decisioni dello Stato per trarne vantaggio.
3) Congregazionalismo. Secondo l’ecclesiologia battista, ogni singola comunità è autonoma e non è sottoposta a nessuna autorità esterna. La massima autorità decisionale è l’Assemblea di chiesa, costituita da tutti i membri di chiesa. L’assemblea nomina il pastore, i responsabili per le varie attività e i membri del consiglio di chiesa, l’organo esecutivo che ha il compito di dirigere la vita della chiesa secondo le direttive ricevute dall’assemblea.
4) Libertà di coscienza. I battisti si sono caratterizzati nella storia per la difesa della libertà di coscienza di ogni singolo individuo. Essi hanno sempre sostenuto in varie forme che ogni cittadino deve essere lasciato libero di seguire il proprio credo. Per i battisti la fede non è una adesione a dei dogmi stabiliti dalla chiesa ma è una risposta personale alla chiamata ricevuta da Dio per mezzo della Parola di Gesù Cristo. In altre parole, la fede non è il risultato di un indottrinamento ricevuto ma è una libera adesione al messaggio dell’evangelo. C’è un detto che dice: "metti insieme tre battisti e avrai quattro opinioni diverse". Questo detto, nella sua ironia, esprime appunto la libertà di coscienza con la quale i battisti vivono la loro fede. In base a questa libertà, i battisti, pur riconoscendosi nei principi fondamentali che li caratterizzano, possono differenziarsi notevolmente fra di loro su questioni teologiche di marginale importanza o su questioni etiche, per le quali entra in campo la responsabilità personale di ciascuno.


5 – Conclusioni

Per concludere, possiamo chiederci quali sono i contributi che i battisti hanno offerto all’umanità. Ne voglio ricordare due: uno in campo spirituale e l’altro in campo sociale. In campo spirituale i battisti delle chiese afroamericane hanno creato il "Gospel", un canto che esprime la fede di uomini e di donne che, pur vivendo nella schiavitù e nella sofferenza, non hanno mai smesso di sperare nel Signore. In campo sociale i battisti si sono impegnati nella lotta per i diritti civili dei neri e nella lotta contro il razzismo e le guerre. In questo campo il massimo leader battista è stato il pastore Martin Luther King con la sua politica non-violenta ispirata dal Sermone sul monte di Gesù e da Gandhi.
I battisti, da Roger Williams a Martin Luther King, si sono caratterizzati attraverso i secoli nella lotta per la libertà. La libertà di coscienza, di religione e di parola sarà possibile solo lottando contro ogni forma di ingiustizia, di discriminazione e di oppressione, non con la forza bellica ma con la forza dell’amore e del servizio verso il prossimo, sotto la guida e l’esempio del nostro Signore Gesù Cristo.

 
 
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